di Gaetano Perricone
«Noi fummo i Gattopardi, i Leoni; quelli che ci sostituiranno saranno gli sciacalletti, le iene; e tutti quanti Gattopardi, sciacalli e pecore continueremo a crederci il sale della terra».
C’è un sottile, ma neanche tanto, filo che lega la storia del Palermo, la mia pur sempre amata squadra rosanero, al più celebre tra i passi del “Gattopardo” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa.
C’era una volta un Gattopardo nella storia della società. Si chiamava Renzo Barbera, fu presidente del Palermo dal 1970 al 1980 con bei successi per la squadra, i tifosi lo amarono molto, per me fu anche un caro e indimenticabile amico in un periodo bello e appassionante della mia vita e della mia carriera di giornalista. Per il suo tratto e i suoi comportamenti da grande signore, gentiluomo d’altri tempi simile al principe di Salina di Tomasi di Lampedusa, fu ribattezzato appunto “il Gattopardo” del calcio italiano. Il “presidentissimo”, come era anche chiamato, lasciò questa terra nel 2002 e rimase nel cuore del popolo rosanero. A lui, per ricordarne la figura e la traccia lasciata nella storia del Palermo, fu intitolato il mitico stadio della Favorita, che dal settembre 2002 si chiama appunto “Renzo Barbera”.
Dopo il Gattopardo, venne (forse) qualche sciacallo, qualche pecora (forse), ma soprattutto vennero alcuni imprenditori più o meno “solidi” economicamente e comunque volenterosi e in ogni caso coraggiosi (forse), che presero in mano la non semplice gestione della società di via del Fante, massima realtà sportiva di una città nella quale ogni attività deve confrontarsi con un tessuto connettivo spesso ai confini della legalità.
Finché quindici anni fa, proprio nel 2002, un paio di mesi dopo la scomparsa del Gattopardo Renzo Barbera, divenne proprietario del Palermo Maurizio Zamparini, Zampa per brevità, facoltoso imprenditore molto addentro al mondo del pallone, prima delizia e oggi croce dei tifosi rosanero, parecchi dei quali lo chiamano ormai “lo spregevole friulano” per via del suo modo di fare riottoso e imprevedibile, ma soprattutto per la oggettivamente farsesca vicenda della quale si è reso protagonista, insieme con il suo giovane e pittoresco interlocutore italo-americano Paul Baccaglini negli ultimi quattro mesi – che nel frattempo hanno fatto registrare la meritata retrocessione in serie B di una squadra scarsa in modo imbarazzante – relativa ad un cambio di proprietà del club, che da ieri sappiamo non si farà più.
Io sono tra quelli che non ha mai creduto che si facesse; ho sempre pensato che si trattasse di una manovra dilatoria strategica di Zampa per sistemare un po’ di conti che non tornavano e poi riprovare a risalire in Serie A, come è successo altre volte. Il ruolo del tatuatissimo Paul, conosciuto come ex “Iena” del noto programma televisivo – ed ecco l’altro risvolto gattopardesco di questa storia, che abbiamo cominciato con il nostalgico riferimento al “Gattopardo” Renzo Barbera, ma che non finisce con la sua sostituzione con la “Iena” Baccaglini – finto presidente per qualche mese, mi è sembrato simile a quello di un simpatico prestanome, abile nelle pubbliche relazioni, che ci ha messo la faccia per qualche prezioso tornaconto che scopriremo … solo vivendo. Se sbaglio, ne prenderò atto.
Per quanto mi riguarda (e riguarda molti altri), insomma, il finale – che prevede adesso come ultimo atto le dimissioni di Baccaglini da presidente rosanero – era già scritto fin dall’inizio, in pieno spirito gattopardesco: Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi. Per tornare a Zamparini quasi salvatore della patria, bisognava passare per questo farsesco cambio al vertice. La spettacolare novità è che il mitico Zampa, dopo avere licenziato tantissimi allenatori, ora si appresta a licenziare … pure un presidente, che in qualche modo dovrà pure reagire.
Non mi piace e non mi è mai piaciuta l’arroganza di Zamparini, non mi piace e non mi è mai piaciuto il suo costante atteggiamento di padre-padrone, di chi mette i piccioli e comanda senza guardare in faccia a nessuno. Ma non sono tra quelli che lo odiano: credo che in parecchie delle sue decisioni, apparse frettolose e incomprensibili soprattutto per quanto riguarda gli allenatori, suoi bersagli preferiti, abbia avuto ragione; da tifoso del Palermo, gli sono e gli sarò sempre grato per avermi regalato negli ultimi quindici anni quel calcio e quei calciatori straordinari in maglia rosanero che non avevo mai visto da quando sono nato. E poi, in assoluta franchezza, tra la spregevolezza del friulano Zampa e i mille tatuaggi della ex Iena sempre sorridente e il suo poco convincente piglio manageriale, preferisco la prima. Sarò antico e superato, ma la penso così e mi sono anche abituato a credere, forse erroneamente, che Zampa alla fine tiri fuori dal suo cilindro magico, in questo momento e da qualche tempo … poco funzionante, la soluzione migliore. In attesa che arrivi, se mai arriverà e sono piuttosto scettico che possa succedere, qualche figura in grado davvero, non in modo gattopardesco, di sostituirlo.
Dopo il Gattopardo rosanero, dunque, nessuna Iena, ma ancora e sempre un(a) Zampa. Vedremo cosa accadrà nei prossimi giorni. Per finire questa mia personalissima riflessione pallonara – non ne facevo da tempo, ma da vecchio cronista di belle storie del Palermo questa mi ha ispirato un bel po’ – , mi piace molto riportare integralmente alcuni passaggi del lungo comunicato odierno del “patron” sulla vicenda, in pieno stile zampariniano, tra passione e amore per Palermo e il Palermo, cuore sanguinante per gli insulti dei tifosi esasperati, atteggiamento propositivo e aperto.
“Stanotte non ho dormito. Dopo tutto ciò che è accaduto, sento la necessità di dire quello che penso come uomo e come imprenditore. È veramente sconcertante come la stampa descriva una persona di 76 anni, che vuole fermamente da tempo, anche se con grande rammarico, lasciare il calcio. Una persona che ha dato non solo il proprio patrimonio, ma soprattutto il proprio cuore per i colori rosanero e che oggi viene dipinta come un bimbo capriccioso.
Io ritenevo Paul Baccaglini ed Integritas credibili in base alle informazioni prese dai miei legali. E’ chiaro che sino ad oggi sono state spese da Baccaglini tante parole e promesse … Malgrado quello che dice la stampa odierna, ieri l’accordo non è stato concluso non per la valutazione del valore del club, ma perché mancano tutti gli altri presupposti di garanzia per i tifosi e la città.
Apprezzo l’intervento del sindaco Orlando, e mi metto a sua disposizione invitandolo a fare da garante di una operazione trasparente a tutela della città, rimettendo alla sua attenzione tutti i documenti necessari in mie mani.
Avrò bisogno della sua vicinanza, controllo e consiglio, anche per eventuali futuri interlocutori. Malgrado tutto quanto, malgrado un gruppo di persone chieda la mia uscita, sono costretto, per amore e competenza, a proseguire il lavoro necessario alle strutture del club per ritornare in serie A.
Penso con soddisfazione di aver trovato le persone giuste per ripartire, penso che abbandonare la società a se stessa sarebbe un delitto nei confronti della città di cui sono con orgoglio cittadino onorario: se lasciassi nelle mani di gente senza competenza sarebbe la rovina …. Mi stanno avvicinando altri interlocutori, ma l’immagine di contestazione non viene capita e li allontana: Palermo non è quella delle parolacce e degli insulti. Palermo è di quella tifoseria di cui andavo orgoglioso, una delle più civili e rispettose d’Italia … Scusate il mio sfogo, ma penso serva chiarezza. Ed io sono un uomo trasparente che, per questo, può ad alcuni dare fastidio. Grazie Palermo di esistere. Grazie per avermi sopportato come Presidente. Vi voglio bene “.
Un po’ serio e un po’ tiatru, zampariniano doc. Come dire: Palermo per me è piezz’e core. Come dire: vasamunni e andiamo avanti. Come dire: qui c’è sempre per voi un(a) Zampa. Speriamo che ormai non sia sciancata.
Le foto di Zamparini e Baccaglini dal sito ufficiale del Palermo. La foto con il titolo, che mi ritrae nei primi anni ’80 a Pantelleria con Renzo Barbera, è mia, un ricordo splendido al quale sono molto affezionato
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