di Gaetano Perricone

Un ampio pezzo dello staff Unesco del Parco. Da sinistra: Alfio Zappalà, Marisa Mazzaglia, Gaetano Perricone, Luciano Signorello, Agata Puglisi, Salvo Caffo. Mancano nella foto Michele Leonardi, Francesco Pennisi, Rosa Spampinato, Angela Valeria Pace
Un ampio pezzo dello staff Unesco del Parco. Da sinistra: Alfio Zappalà, Marisa Mazzaglia, Gaetano Perricone, Luciano Signorello, Agata Puglisi, Salvo Caffo. Mancano nella foto Michele Leonardi, Francesco Pennisi, Rosa Spampinato, Angela Valeria Pace

Stamattina mi sono svegliato con la improvvisa e impellente necessità di scrivere alcune cose. Per dovere di cronaca e di chiarezza, come si diceva una volta nel mio mestiere. Ma anche per forte esigenza personale, perché sono cose che fanno parte in modo indelebile del mio background professionale e umano. E che finora il Vulcanico non aveva scritto.

A ciascuno il suo è uno straordinario romanzo di Leonardo Sciascia del 1966. Il titolo trae spunto da una delle regole fondamentali del diritto romano: Unicuique suum tribuere, dare a ciascuno il suo. Insieme all’evangelica frase “Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio”, attribuita storicamente a Gesù Cristo, titolo e regola esprimono in modo perfetto un principio di equità profondamente condivisibile in ogni momento e situazione: è giusto che ognuno abbia ciò che gli spetta e che merita.

Faccio da sempre parte, in modo chiaro e ben noto, della corrente di pensiero profondamente rispettosa di questo principio: a ciascuno il suo, quindi ciò gli spetta. Che è l’antitesi assoluta dell’altro, odioso principio: l’uomo solo al comando, il burattinaio che manovra i burattini, il resto sono solo comparse e comprimari. Credo e ho sempre creduto che il gioco di squadra sia fondamentale per ottenere i migliori risultati. Se poi all’interno della squadra ci sono individualità di spicco o addirittura fuoriclasse, è un bene per la squadra; ma di fronte a obiettivi davvero importanti, la eccellente individualità non basta, non ha dove andare.

Questa articolata premessa mi è necessaria per dire con chiarezza, a scanso di equivoci o interpretazioni differenti e abbastanza fuorvianti che ogni tanto e anche molto di recente vengono fuori dall’ampio e variegato mondo del web, una cosa alla quale tengo moltissimo come Vulcanico e come componente di un eccellente gruppo che ha ottenuto, con un magnifico lavoro collettivo, uno straordinario risultato scolpito nella storia: l’iscrizione dell’Etna tra i siti naturali della World Heritage List dell’Unesco, formalizzato dal Comitato del Patrimonio Mondiale il 21 giugno 2013 a Pnhom Penh, capitale della Cambogia, è il successo di una grande squadra, di uno staff interno all’Ente Parco dell’Etna che, con enorme passione e impegno, con alcuni fondamentali contributi esterni e a costo praticamente zero, ha raggiunto l’obiettivo nei tempi e nei modi previsti dal complesso iter previsto dall’Unesco. Nessun uomo solo al comando, nessun divo, nessuna stella che ha oscurato i comprimari. Il risultato è stato ottenuto con il brillante lavoro di quello che il comune di Nicolosi, nell’attribuire ai suoi componenti il prestigioso premio “Etna Glamour” del 2015, ha definito in modo impeccabile e modernissimo Unesco Team Worker, del quale mi onoro di avere fatto (e, credo e sento, di fare ancora) parte.

A ciascuno il suo, unicuique suum tribuere … Sempre per dovere di chiarezza, voglio citarne uno per uno, con nome e cognome e senza le specifiche competenze proprio per sottolineare il valore assoluto del lavoro collettivo, tutti i componenti: Ettore Foti, ex commissario straordinario del Parco, che nel 2011 ha avuto l’idea di creare un gruppo operativo ad hoc; lo staff interno del Parco, guidato dalla coordinatrice Agata Puglisi e composto, in ordine rigorosamente alfabetico, da Salvo Caffo, Michele Leonardi, Francesco Pennisi, Gaetano Perricone me medesimo, Luciano Signorello, Rosa Spampinato, Alfio Zappalà, con il contributo indispensabile dell’informatico Salvo Spina, insieme a quello, silenzioso e proficuo, di molti altri colleghi dell’ente. Con noi, dall’inizio alla fine, la formidabile traduttrice e interprete Angela Valeria Pace, che ha scritto direttamente in lingua inglese il dossier di candidatura e che ci ha dato un supporto determinante anche nella fase di “cucitura” dell’essenziale documento. Ultima, solo in ordine di tempo, ad avere un ruolo-chiave in questa grande storia, la presidente del Parco Marisa Mazzaglia, al vertice dell’Ente nella fase finale prima del grande risultato, poi impegnatissima nel valorizzarlo e farlo crescere.

Poi, anche loro fondamentali per il risultato finale, i componenti esperti, pochi ma ottimi: le professoresse Emilia Poli Marchese e Maria Teresa Vinciguerra, il professore Benedetto Puglisi e la ricercatrice Alessia Di Raimondo. Poi gli indispensabili “inviati speciali” dal Ministero dell’Ambiente, preziosissimi con i loro consigli e la loro azione di collegamento, Ottavio Di Bella e Mario Colantoni e l'”osservatore” Piero Gianolla, coordinatore dello staff di candidatura del Parco delle Dolomiti, dunque presenza  estremamente utile per la sua esperienza specifica.

Per il resto, vanno citati gli altri enti che hanno proficuamente collaborato con strutture ed esperti all’appassionante cammino verso il grande risultato:  la Regione Sicilia, i Comuni, il Corpo Forestale, l’Azienda Foreste Demaniali, l’Università, ovviamente l’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia), che sull’Etna svolge un lavoro costante di studio, monitoraggio, informazione, divulgazione apprezzato in tutto il mondo.  E tutti quelli – enti, associazioni e personalità – che hanno supportato la candidatura del più alto Vulcano attivo d’Europa con le loro importanti lettere di sostegno, chi ha realizzato il meraviglioso filmato-spot (Obiettivo Natura di Orazio Aloi), chi ha generosamente ospitato nella sua bella cantina l’importantissimo incontro con gli stakeholders del territorio (è un amico e lo cito volentieri, Franco Di Miceli delle Cantine Patria), la stampa locale e non solo che ha seguito e raccontato l’iter di candidatura. Dulcis in fundo, voglio ricordare doverosamente il formidabile geografo tedesco Bastian Bertzky, che per conto dell’IUCN, l’Unione Mondiale per la Conservazione della natura, ha effettuato la missione ispettiva sul sito candidato.

Bastian Bertzky al lavoro sull’Etna

Basta, non vado oltre in questo elenco, fatto di persone, strutture, enti, ma soprattutto – voglio ripeterlo – di lavoro collettivo, passione, determinazione, impegno grande e costante, senza clamori, sempre più intenso man mano che l’obiettivo si avvicinava. Se ho dimenticato qualcuno, sono pronto a integrarlo.

A ciascuno il suo merito, unicuique suum. Ho sentito l’esigenza (anche personale, ripeto) di farlo e l’ho fatto, mi è sembrato giusto e importante. Quando comincia una partita di calcio, vengono annunciate le formazioni delle squadre; il Vulcanico la composizione della squadra l’ha comunicata adesso, a fine partita. Ed è davvero una grande ed efficiente squadra, che ha conquistato un trofeo prestigiosissimo, di fondamentale importanza per le generazioni future: l’iscrizione dell’Etna nel Patrimonio Mondiale dell’Umanità !!!

A ciascuno il suo, unicuique suum … Dedicato a tutti quelli che hanno messo il proprio lavoro e la propria faccia per questo grande obiettivo …

 

 

Gaetano Perricone

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