di Gaetano Perricone
Da sei mesi si gode la meritatissima pensione, tenendosi lontano da clamori e “curtigghi” etnei. Ma devo dire e voglio scrivere che a me e credo a tutti noi che amiamo l’Etna e che in qualche modo ne abbiamo fatto ragione di vita, Giovanni Tomarchio manca tantissimo. Non solo – senza nulla togliere agli eccellenti colleghi che in Rai fanno adesso le cose che prima faceva lui – per la straordinaria professionalità del grande giornalista e narratore per immagini, sempre attento e pronto a cogliere l’attimo; non solo per la infinita bellezza e il fascino delle sue riprese e dei suoi documentari sulla Muntagna Patrimonio dell’Umanità, per le meravigliose emozioni che Giovanni ci ha regalato per tanti anni; non solo per il suo tratto da vero galantuomo e la sua amabilità. Ci manca moltissimo il suo sobrio ma profondo amore per l’Etna, la sua silenziosa ma tenacissima passione per il vulcano, l’equilibrio e lo stile con cui ha saputo in questi anni regalarci formidabili informazioni, ma anche trasmetterci costantemente e con grande garbo preziosi suggerimenti e consigli, dall’alto della sua nobilissima, profondamente libera e sana visione del rapporto tra l’uomo e la Bellezza e Grandezza della Natura. Dunque, oltre che un magnifico giornalista e personalmente un amico vero, considero Giovanni Tomarchio un esempio e un modello assoluto per tutti noi che all’Etna siamo fortemente legati per ragioni diverse. Così, con nostalgia per tutto ciò e con affetto autentico, ma anche per raccontare di lui a chi non lo conosce, ho deciso di riproporre oggi sul Vulcanico il piccolo, ma intenso ritratto che di Giovanni Tomarchio e del suo rapporto speciale con l’Etna che ho fatto nel novembre 2004 sul libro “La mia Etna. Dialogo con la Muntagna. Luoghi, storie, personaggi” (Giuseppe Maimone Editore, pag. 44-45). Eccolo, dedicato a Giovanni con profonda stima e amicizia. E con l’augurio di cuore della felicissima vita che merita.
“Poiché questo è il mio piccolo omaggio a te, mia cara Etna, ed ai tuoi uomini, gli uomini della Muntagna, voglio adesso ricordare altre … belle persone, anzi … bei personaggi, che ho avuto il piacere di conoscere e che, io credo, ciascuno con il proprio ruolo e la propria professionalità, sono per te sicuramente importanti.
… il terzo è un grande amico, Giovanni. Ne faccio il nome, terza volta in queste pagine, perché è Giovanni e basta. Per tutti, innanzitutto per te. Vi conoscete a fondo e vi amate moltissimo a vicenda. Lui, grande professionista della telecamera, ti fa ammirare in tutto il mondo facendo circolare immagini di una bellezza sconvolgente; tu gli regali stimoli, sfaccettature, sfumature, sorprese sempre nuove. Tutti sanno e vedono dell’Etna principalmente grazie a Giovanni; è forse il tuo miglior ambasciatore, le sue splendide inquadrature, permeate di sapienza tecnica e di passione viscerale, fanno il giro del pianeta, veicolate da grandi e piccoli network televisivi che, attraverso le sue riprese, ti raccontano nei tuoi momenti più esaltanti e in quelli più inquietanti, ma sempre affascinanti.
Tu sai che, davanti all’obiettivo di Giovanni, devi essere sempre bella e diversa, devi interessare e stupire, devi dare spettacolo e devi farti temere; gli dispensi sempre novità, sapendo perfettamente che lui saprà coglierle con entusiasmo e tempismo, con la voglia di starti sempre accanto. Tu sai che, davanti alla sua magica telecamera, devi sempre darti da fare per sorprendere; lui sa che deve essere sempre pronto a mostrare aspetti nuovi della tua bellezza.
Che gran bella coppia, che siete: difficile immaginarti senza Giovanni, difficilissimo per Giovanni stare lontano da te e non seguire ogni tua mossa. Si dice sempre, tra noi del mestiere: l’Etna aspetta sempre Giovanni, prima di cominciare l’eruzione. Qualche volta non è stato così e per Giovanni, come forse anche per te, il rammarico è stato grande, quasi fosse il tradimento di una innamorata.
Ho a casa i tre straordinari documentari di Giovanni, uno sull’eruzione 2001 sopra Nicolosi, l’altro sull’eruzione 2002 che distrusse Piano Provenzana, l’altro ancora su quella del 1991-93 sopra Zafferana: li rivedo spesso – e li faccio frequentemente vedere ad amici e colleghi – per ricordare quanto sei meravigliosa e contemporaneamente inquietante e quanto dobbiamo sempre rispettarti. Tutti”.
Le foto di Giovanni Tomarchio al lavoro sull’Etna sono tratte dalla bellissima galleria a lui dedicata sul sito www.etnaguide.eu
Per finire, aggiungo questo stupendo e commovente disegno di Klaus Dorshfeldt, tra i più grandi amici ed estimatori di Giovanni, che esprime in pieno un sentimento collettivo: Ci manchi …
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