di Gaetano Perricone
Buongiorno a voi tutti che dedicherete qualche minuto della vostra giornata a curiosare in questo nuovo blog, sito o … come volete e vogliamo chiamarlo. Vi ringrazio di cuore, fin da adesso e anticipatamente per quelli di voi che daranno in seguito un’occhiata a “Il vulcanico”, della vostra pazienza e attenzione.
Cominciamo con le doverose presentazioni. Il Vulcanico, come lo ritrae perfettamente la caricatura, è un signore anzianotto con il pizzetto e i capelli bianchi, che di professione ha sempre fatto (o cercato di fare … ) e fa (o cerca di fare …) il giornalista. E’ nato e cresciuto a Palermo, città meravigliosa e terribile; da circa vent’anni ha la fortuna e il privilegio di vivere e lavorare alle pendici di una Montagna straordinaria e unica, di svegliarsi la mattina e potere ammirare l’Etna, il più alto Vulcano attivo d’Europa, formidabile macchina geologica padrona di se stessa e che da sempre impone le sue potenti regole a quegli uomini, sciocchi e arroganti, che vorrebbero imporle altri tipi di regole solo per fare soldi e affari. Quello che, impropriamente e per puro interesse, questi uomini chiamano sviluppo … Palermo e l’Etna sono entrambi siti del Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco, il Vulcanico ha la grande fortuna di averli entrambi “inside”, come si dice in inglese, di dentro …
Il Vulcanico non ha mai amato il potere – che non riesce mai a non essere arrogante … – e i politici di professione, sopporta con estremo fastidio con fastidio l’uno e gli altri. E non ha mai amato e non ama soprattutto quelli, tanti, troppi, che il potere lo lusingano, i suoi servi furbi o sciocchi. Professionisti anche loro, bravissimi e quanto mai tempestivi a mutare l’oggetto del loro untuoso esercizio di lecchinaggio ogni volta che cambiano gli scenari politici, per la gioia del potere e dei potenti di turno che tale esercizio adorano …
Il Vulcanico, d’altronde, è cresciuto e ha fatto il suo mestiere in un periodo storico certamente non lusinghiero ed esaltante per l’esercizio del potere e la sua immagine. Tra guerra fredda, strage di stato, anni di piombo,tangentopoli; mafia, massoneria, il piano di rinascita democratica di Gelli, poteri occulti e servizi segreti deviati; fine (o presunta tale) delle tanto vituperate ideologie e proliferazione di pasticci politici di ogni genere, dove ci sta tutto e il contrario di tutto, dove le alleanze per mantenere il potere e per conservare i privilegi continuano a contare molto di più della gente e dei suoi enormi problemi; un’Europa, come istituzione, fondamentalmente a servizio delle banche e delle grandi lobby, non ancora strumento coeso, convincente e incisivo di progresso reale e crescita civile, culturale dei cittadini del vecchio Continente; e la sensazione, costante e scoraggiante, che tutto scorre, l’eracliteo “panta rei” e nulla cambia. Anzi, ancora peggio, che tutto cambia per non cambiare nulla . Possiamo fermarci qui, inutile continuare. Tutto ciò ha reso il Vulcanico, come tanti della sua generazione, scettico e disincantato rispetto al potere e al suo esercizio, ai politici e al loro linguaggio. Questioni di punti di vista e di background culturale e umano …
La conclusione ufficiale dell’attività lavorativa non ferma … l’attività dei neuroni e neanche la passione delle persone. Il Vulcanico non voleva fermarsi … nella fucina di Efesto nelle viscere dell’Etna il lavoro continua, come racconta l’affascinante quadro del pittore spagnolo Diego Velazquez che trovate in homepage. Aveva voglia di continuare, il Vulcanico, con le mani e la mente libera e senza dovere rendere conto a nessuno, a fare la stessa cosa che ha fatto negli ultimi 38 anni della mia vita, cioè il giornalista. Vent’anni bellissimi nelle redazioni, a Palermo; poi altri 18, altrettanto appassionanti, nell’ufficio stampa dell’Ente Parco dell’Etna, a servizio della meravigliosa Muntagna Patrimonio dell’umanità.
E allora, grazie ai preziosi suggerimenti e all’assistenza dei bravissimi ragazzi dell’agenzia Edigma di Palermo, con il testa il mio formidabile cugino Ignazio Aragona (autore della bellissima, augurale riflessione che trovate nell’articolo qui accanto … ), che il Vulcanico ringrazia tantissimo per quanto hanno fatto e per quanto faranno ancora, è nato questo blog. Senza altra pretesa che quella di continuare a scrivere osservando le cose del mondo e magari anche a raccontare qualche cosa nuova. Nulla di trascendentale, come Gaetano il Vulcanico ha scritto sul suo profilo facebook … “una “cosa” senza pretese per scrivere in libertà qualcosa sulle cose (che bel gioco di parole …), a mio avviso più interessanti, che ci circondano. Con attenzione e passione, come sempre, ma anche con leggerezza e ironia” …Dando anche spazio agli amici del Vulcanico, che gli hanno dato sin dal giorno del lancio il grande piacere di ospitarli nel suo blog.
Va dunque online oggi “Il Vulcanico”, in omaggio al luogo meraviglioso dove l’anzianotto con il pizzetto vive, ma anche in riferimento a quello che, dicono gli altri, è il suo carattere.
Ma ecco che, mentre ci preparavamo all’uscita del blog, ho letto il 7 ottobre scorso nel sito ufficiale dell’INPGI, l’Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti, la importante nota che segue, di cui vi riporto solo le parti essenziali …
“L’attività nei blog equivale di fatto a quella giornalistica
Nel corso di una verifica ispettiva dell’INPGI svoltasi nel 2013, è stato rilevato che l’attività di alcuni giornalisti, consistita nel confezionamento di notizie e nel coordinamento di oltre 400 blogger, era da considerarsi, a tutti gli effetti, attività giornalistica. Con sentenza n. 8395/2016 della sezione lavoro del Tribunale di Roma, pubblicata ieri, è stata integralmente accolta la domanda dell’Istituto che, in particolare, riguardava due giornaliste che avevano svolto attività consistente nel coordinamento dei blogger di una testata on line e nella gestione della pubblicazione di notizie su social network con modalità e caratteristiche per cui era ravvisabile la natura subordinata e giornalistica … Nell’informazione resa con tali modalità, il Tribunale ha ravvisato gli elementi caratterizzanti l’attività giornalistica, utilizzando un concetto “dinamico” di giornalismo, in continuo divenire, perché al passo con l’evoluzione degli strumenti di comunicazione e delle modalità espressive. Si legge infatti in sentenza: “il giornalista svolge una complessa attività di natura intellettuale, volta alla diffusione di notizie tramite vari strumenti di comunicazione (nei tempi recenti la notizia viaggia oltre che mediante tradizionale giornale cartaceo, anche attraverso la radio, la televisione, da ultimo, anche via internet) sicché l’attività stessa può atteggiarsi diversamente a seconda dello strumento di diffusione utilizzato”. Conseguentemente, viene preso atto che il Blog è tra le nuove modalità espressive nel campo dell’informazione giornalistica on-line, essendo esso un contenitore di commenti in ordine a notizie già note (e aliunde divulgate al pubblico) e a notizie non ancora diffuse; e dunque può ritenersi di carattere giornalistico anche l’attività d’informazione svolta all’interno dei blog … Rileva al riguardo il Giudice che “il Blog ‘è un contenitore … di commenti in merito alle notizie già note e aliunde divulgate al pubblico’,” e pertanto è uno strumento che ”comporta elaborazione e diffusione della notizia, ciò che è proprio del giornalista (essendo irrilevante il fatto che le notizie elaborate e diffuse siano eventualmente già note)”. La pronuncia in questione assume particolare rilevanza in quanto interviene in un contesto, quello del mondo dei “social network”, che costituisce sempre di più lo spazio virtuale all’interno del quale le nuove generazioni attingono e si scambiano notizie, informazioni, commenti e riflessioni e che sta diventando – di fatto – un ulteriore sistema di comunicazione attraverso il quale si fa informazione”.
Fin qui – adesso il Vulcanico lascia spazio a Gaetano Perricone- la importante nota dell’INPGI. Sapevo già, non avevo bisogno che me lo dicesse il tribunale, che un vecchio giornalista professionista come me, operatore dell’informazione e della comunicazione da un bel po’ di annetti, anche attraverso questo blog/sito che non nasce per fare informazione, si sarebbe comunque … trovato a un po’ farla. Adesso lo dice anche il tribunale di Roma e questa è una interessante notizia per me … e per chi ogni tanto scriverà qualcosa con me.
Resta da dire, mi sembra giusto, cosa ci sarà in questo blog, cosa scriverò se ne avrò le forze mentali e fisiche, ma anche quella che è la mia forse bizzarra idea di un “luogo” di informazione di quest’epoca, un giornale di carta, un sito web, un blog, ecc… Un’epoca sempre più difficile per la carta stampata, come confermano le brutte notizie che vengono da Palermo, dal Giornale di Sicilia, dove tira aria di ridimensionamento redazionale al limite dello smantellamento. Ne so qualcosa, avendo vissuto direttamente e molto intensamente la drammatica vicenda del glorioso giornale L’Ora, l’altra grande testata palermitana, che portò alla chiusura del 1992.
Mi chiedo: si può suscitare attenzione nei lettori, faccio qualche esempio, soltanto registrando ossessivamente ogni movimento di Virginia Raggi; ogni “lectio magistralis” (si fa per dire!) di Matteo Renzi e della sua corte sulle riforme e sulla democrazia; ogni incandescente scontro verbale tra Rosario Crocetta e Davide Faraone; ogni spocchiosa esternazione di alcuni dei nuovi …. campioni dell’antimafia e della legalità (che non hanno bisogno di campioni, ma di gente che ogni giorno, senza esibirsi, vive nella legalità e si oppone alla mafia e alla cultura mafiosa), il cui vero obiettivo risulta alla fine quello di entrare in politica e sostituirsi ai campioni di prima; ogni minchiata e minchiatella di ogni piccolo e grande amministratore di ogni piccola e grande comunità, insomma ogni … sospiro e respiro della politica ? Oppure è possibile evitare di inseguire la politica e i politici e fare comunque informazione seria, approfondita e utile alla gente, in sostanza raccontare le cose che, io credo, alla gente interessano davvero?
Che so, dico alcune cose che penso, raccontare in Sicilia – avendone risorse, mezzi e persone – fondamentalmente di povertà e di poveri, del lavoro che manca dando grandi spazi ai “reclutamenti” mafiosi, dello sfruttamento spietato, di drammi quotidiani e di un’economia a pezzi, ma anche di un’agricoltura che tende a recuperare le tradizioni di un passato importante e a rilanciarle per una prospettiva altrettanto importante; di ragazzi geniali e colti che scappano perché non trovano lavoro e che potrebbero dare tantissimo alla loro terra; di un sistema di trasporti assolutamente da terzo mondo, a fronte del quale ogni rigurgito di propagandistico innamoramento per il Ponte sullo Stretto appare risibile; di un territorio fragile e pieno di problemi, massacrato da un’urbanizzazione selvaggia e spesso illegale, che ha bisogno di un grande e autentico sforzo per essere messo in sicurezza; della … deportazione di insegnanti prevista dalla tanto decantata “buona scuola”; di famiglie e bambini che vivono in condizioni sempre più precarie; e poi di una natura e di un ambiente meravigliosi, snobbati e spesso sottovalutati, se non disprezzati e di un panorama unico al mondo di siti culturali Unesco che devono essere innanzitutto protetti, poi promossi e valorizzati per quello che sono, rinunciando alla costante tentazione siciliana di fare business e affari e di creare consenso politico sempre e dovunque; di una cultura di altissimo livello in tutte e sue forme; di un ottimo e brillante movimento sportivo pieno di giovani talenti, nonostante la penuria di campi e di risorse; di una terra che, nonostante questi problemi, continua ad essere uno straordinario esempio di accoglienza, di integrazione, di solidarietà, grazie a reti di volontariato silenziose e molto efficienti; della cultura. Poi … ma basta con questa presuntuosa agenda, non mi permetto di continuare a suggerire spunti a chi ne sa molto più di me.
Da giornalista antico, sicuramente … rincoglionito dall’età avanzata e da tanti anni di mestiere e forse perché sono sempre stato dell’opinione che “il primato” non è della politica ma della gente comune, mi vado sempre più convincendo che fare questo è possibile.
Forse sto scrivendo grandi scemenze, forse se qualcuno che si occupa di informazione ben più seriamente di me dal punto di vista editoriale si troverà casualmente a leggere queste righe mi prenderà per … visionario delirante e si farà quattro risate. Forse è vero che il vasto campo delle “relazioni” politiche, commerciali e industriali sono indispensabili per la sopravvivenza dell’informazione (parlo di piccioli, in termini di pubblicità e non solo), dunque a queste relazioni bisogna inevitabilmente dare tutto questo ridondante spazio. E forse è altrettanto vero – come mi è stato detto di recente, con grande convinzione, da esperti del settore – che la stragrande maggioranza delle persone segue l’informazione solo per la politica e i politici.
Io però non credo che sia proprio così, mi rifiuto di crederci. Percepisco, invece, che tanta gente si sia abbondantemente stufata di un’informazione infarcita di chiacchiere e gossip politico …
Può darsi, non lo escludo affatto, che io abbia scritto un mucchio di sciocchezze … Ma, anche se sembra utopia, io credo si possa provare a fare buona e interessante informazione con questi presupposti “diversi”. Basterebbe provarci, con le persone e i mezzi giusti… Con le nuove opportunità che offre il web basterebbe volerlo veramente e provarci davvero. Scusatemi per queste elucubrazioni, ma è la mia idea di informazione, oggi … avendo un po’ di risorse, mezzi, persone giuste. Io ho solo questo mio blog, nel mio piccolissimo cercherò soltanto di divertirmi un po’ e di essere coerente con queste mie idee …e certamente non troverete nessun riferimento ai politici, salvo circostanze eccezionali, né alcuna loro dichiarazione, ne sono già infarciti i giornali e i tanti siti importanti in circolazione, il vulcanico e il suo blog ne faranno volentieri a meno.
Grazie, buona lettura, spero … In attesa degli altri articoli che arriveranno.
Ps: mi sono dilungato in modo esagerato, lo so bene e me ne scuso. Ma in fondo era quello che si chiamerebbe editoriale di presentazione, avevo voglia di scrivere tante cose e poi io sono abituato alle tante parole sui giornali … State tranquilli, in futuro cercherò di non annoiarvi e di attenermi alle regole diverse del web
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