RIGGIO 1di Giuseppe Riggio

La nube tossica generata dall’interminabile emergenza rifiuti siciliana ha colpito anche Trecastagni, ha inquinato l’apparato amministrativo e indotto il Ministro degli interni a commissariare il paese in cui vivo, rinviando le ormai imminenti elezioni amministrative. Non ci sentivamo in un’isola felice, però deve dire che risulta francamente un po’ eccessivo veder associata Trecastagni allo stesso destino di San Luca in Calabria o di Corleone patria dei Riina.

Non si è trattato ovviamente di un fulmine a ciel sereno. Ma è bene ricordare che i provvedimenti della magistratura non hanno coinvolto gli organi elettivi e che i processi contro i funzionari comunali arrestati devono essere ancora celebrati. Quel che colpisce è che alla base del commissariamento c’è ancora una volta la questione rifiuti. La maledetta munnizza che resta l’affare preferito delle mafie che uccidono meno di un tempo e preferiscono invece occuparsi di affari lucrosi.

La munnizza sicula resta un po’ la madre di tutte le battaglie ancora da combattere. E’ lo scoglio contro cui vanno a cozzare tutti i governi regionali. Siamo passati dall’era degli ATO (Ambito territoriale ottimale) che ha lasciato uno spaventoso strascico di debiti e di contenziosi ancora tutti da sistemare, siamo poi tornati con Crocetta alla gestione diretta da parte dei Comuni, ora sembra che passeremo di nuovo ad una dimensione provinciale. Il commissariamento di Trecastagni è in qualche modo collegato alla gestione locale. Ma non è per nulla garantito che la gestione più accentrata promessa da Musumeci potrà assicurare un minor livello di corruzione.

Di munnizza puzza purtroppo anche una certa cattiva reputazione che hanno (incolpevolmente) le nostre aree protette. Quando si visita il Parco dell’Etna i turisti restano allibiti di fronte alla quantità di micro-discariche. L’ente gestore non ha avuto attribuite le competenze per affrontare il problema, i Comuni preferiscono concentrarsi sui centri abitati, salvo interventi sporadici lungo le strade di periferia. Ed a tal proposito le indagini dell’antimafia ci spiegano che anche l’abbandono incontrollato di rifiuti può trasformarsi in ottimo affare per chi viene chiamato a rimuovere le discariche ed a volte anche per chi commissiona “eccezionalmente” l’intervento di bonifica. Tutto questo mentre gli organi di vigilanza non vedono oppure sottovalutano in maniera plateale l’importanza del problema.

In realtà sarebbe ora che tutti considerassimo i rifiuti l’emergenza ambientale numero uno per la Sicilia . Il nuovo governo Musumeci ha sostanzialmente ribadito che la raccolta differenziata è l’unica strada da percorrere, visto che dei termovalorizzatori al sud non ci fidiamo, neanche quando vengono realizzati da quelli che li fanno funzionare al nord.

E quindi non è un problema di schieramenti. Alla fine il sentiero stretto da percorrere è sempre lo stesso. La mafia lo sa ed occupa il passaggio lasciando poco spazio agli altri. Le comunità locali si lamentano, ma poco sanno e poco vengono informate. Lo stesso Consiglio comunale di Trecastagni ha discusso tra il 2016 ed il 2018 di distribuzioni di sacchetti per l’umido e di rimozioni di discariche, ma non risulta che abbia dibattuto di procedure di affidamento dei lavori e organizzazione dei capitolati di appalto.

In Sicilia i cittadini alla fine pagano (non tutti) la tassa sui rifiuti senza essere pienamente consapevoli che dentro quella cifra c’è spesso inclusa una percentuale che va al finanziamento delle cosche (visto che gran parte delle imprese vengono prima o poi indagate per mafia) ed un’altra quota talvolta viene destinata alla corruzione dei funzionari pubblici.

Se può avere un senso il commissariamento di un posto bello e civile come Trecastagni è solo quello di ribadire che la questione rifiuti (scongiurare il disastro ambientale senza ingrassare le cosche) resta la principale battaglia di civiltà di cui dovremo farci carico tutti in Sicilia nei prossimi anni, senza distinzione di ruoli.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Giuseppe Riggio

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