di Gaetano Perricone
“Si ritiene, per concludere, che l’esperienza di Riace sia importante per la Calabria e segno distintivo di quelle buone pratiche che possono far parlare bene di questa Regione, Si precisa, peraltro, che il sindaco Lucano ha sempre fornito una importante collaborazione a questa Prefettura in occasione degli sbarchi degli ultimi tempi, assicurando l’ospitalità che molti centri della provincia avevano prima denegato ed intervenendo con propri mediatori linguistico/culturali in situazioni critiche”.
E’ la parte finale della relazione degli ispettori della Prefettura di Reggio Calabria sul modello Riace, che l’ex sindaco Mimmo Lucano, “fuoriegge” oggi condannato a 13 anni e due mesi dal Tribunale di Locri per truffalderie varie di cui sarebbe stato responsabile durante la sua attività amministrativa, riporta nelle ultime pagine di questo suo libro-testimonianza bellissimo, commovente, emozionante, struggente.
Il fuorilegge. La lunga battaglia di un uomo solo è l’appassionante storia autobiografica, non a lieto fine, della straordinaria esperienza del comune della Calabria jonica, già famoso per i meravigliosi Bronzi ritrovati nel mare della sua marina, che riuscì a trasformare per una decina d’anni l’immigrazione di famiglie di rifugiati curdi e nordafricani in risorsa decisiva per la rinascita di un paese abbandonato dai suoi abitanti, emigrati a loro volta per mancanza di lavoro e di prospettive. Le case del centro si ripopolarono, centinaia di rifugiati rimisero in moto l’economia con attività legate alle tradizioni locali. Un’idea nuova, un modello esemplare, il modello Riace appunto, un’utopia per qualche tempo divenuta realtà che attirò l’attenzione del mondo, riscuotendo grandi consensi. “Ho avuto l’onore e l’onere di dare una mano a Mimmo Lucano a mettere ordine ai suoi pensieri e alle sue storie per questo libro. Più che una biografia, è la testimonianza di un altro mondo possibile. Buona lettura”, scrisse in un twitt il giornalista di Erice Marco Rizzo, che insieme a Mimmo Lucano firma il libro.
Mi piace molto riportare un brano della penultima pagina del libro, che ne è sintesi perfetta, in cui Lucano scolpisce il significato profondo di questa esperienza, descrivendo l’idea di base di quello che è stato il suo altro mondo possibile: “Solo unendo le debolezze di tutti si può creare una forza per inseguire il sogno del riscatto delle comunità e della nostra terra. Alla legalità non corrisponde per forza la giustizia. Senza uguaglianza non ci potrà mai essere giustizia. Sullo sfondo dei miei pensieri, dove si incontrano realtà e immaginazione, ho sempre pensato che messaggio evangelico e ideali della sinistra utopica si fondano verso un unico orizzonte. Riace era la punta più avanzata di un’idea dell’inclusione e della solidarietà che sfidava lo Stato repressivo, dell’ordine, della sicurezza, della protezione dei confini, della chiusura dei porti. L’accoglienza è stato un vento che ha oltrepassato le barriere generando un’evoluzione antropologica del concetto di comunità, rendendo permeabili i confini, includendo i migranti non come rifugiati o profughi, ma come autentici e preziosi cittadini. Una vera e propria sfida. Per una volta, la sinistra al governo di una piccola comunità dimostrava di essere coerente alla propria mission sociale, alla dimensione etica che va oltre la relatività politica, ribaltando completamente il teorema secondo cui governare significa uniformarsi al conformismo della prassi burocratica e autoritaria”.
Com’è finita la grande utopia racchiusa in queste righe ce lo ha raccontato la cronaca giudiziaria. Tredici anni e due mesi di reclusione è la pena con cui il 30 settembre 2021 il Tribunale di Locri ha condannato Domenico Mimmo Lucano, ex sindaco del comune di Riace. I reati contestati nei ventuno capi di accusa sono tutti relativi a condotte che sarebbero state tenute nella gestione dei progetti di accoglienza attivi nel comune e rivolti a migranti e richiedenti asilo. La condanna per Lucano comprende il reato di associazione a delinquere e una serie di delitti di falso in atto pubblico, peculato, abuso d’ufficio e truffa. E’ stato invece assolto dalle accuse di concussione e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, che pure avevano rappresentato l’inizio della vicenda giudiziaria. Una sentenza da molti ritenuta di incredibile durezza, anche nella motivazioni, in un Paese che, ricordo a me stesso, ha di recente consentito che un uomo separato agli arresti domiciliari per violenze varie potesse tenere con se il giorno di Capodanno il figlioletto di 7 anni, ammazzandolo per punire la moglie.
Spero con tutto il cuore che i prossimi gradi di giudizio consentano a Mimmo Lucano, uomo vero, coraggioso, sano, di uscire dall’incubo e vivere sereno con la sua famiglia. Intanto ho avuto la fortuna di leggere questa sua illuminante testimonianza di vita, di princìpi, di idee sociali e politiche, di un modo di vedere il mondo e l’umanità che tanto corrisponde al mio. E’ stato anche un modo di guardarmi allo specchio, anche dentro, per capire quanto sia stato coerente nella mia vita a questi principi.
Da leggere, anche per sapere e capire tante cose che non ci sono state raccontate fino in fondo.
“Il fuorilegge”. Mimmo Lucano. Feltrinelli. 15 euro
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