di Antonella De Francesco
Se avete voglia di tornare al cinema, complici le prime piogge di settembre, in attesa che arrivino sul grande schermo tutti i film candidati e potenzialmente premiati al festival di Venezia, potete andare a vedere La ragazza con il braccialetto del regista francese Stèfane Domoustier, vincitore del Premio César per la Miglior Sceneggiatura non originale.
Non ne resterete delusi, soprattutto per il numero di interrogativi che la visione del film desterà nelle vostre coscienze. Si tratta di un film scarno che, prendendo spunto da un fatto di cronaca nera, si svolge prevalentemente all’interno di un’aula di tribunale, luogo deputato a diventare punto corale di osservazione della vicenda e dei rapporti tra i suoi protagonisti .
In linea con la tendenza odierna del cinema di ritrarre i giovani e di rivolgersi ai giovani, il film parla di adolescenza. La protagonista adolescente è magistralmente interpretata dalla giovane attrice Melissa Guers che con il suo sguardo fermo, il più delle volte lontano, le sue parole nette e misurate quando si tratta di esprimere i fatti e la sua apparente assenza di emozioni ci riporta, per chi ha figli, a noi stessi e a loro. Quante volte ci siamo lamentati della mancanza di segnali evidenti che i nostri figli fossero realmente presenti mentre parlavamo con loro? E quante altre abbiamo biasimato i loro prolungati silenzi ? Ed ancora giudicato il loro senso della morale? La loro sessualità? Ecco il film ripropone lo spaccato della frattura tra noi e loro, la nostra frequente incapacità di penetrare nel loro mondo, la logicità con cui loro esaminano senza distrazioni e senza girarci intorno le vicende, mentre noi perdiamo la vera essenza del problema e ancora pone l’accento sull’ipocrisia diffusa secondo cui solo noi adulti riteniamo di poter provare e manifestare in modo appropriato le emozioni .
Chi sono i nostri ragazzi? Cosa ci manca per poterli abbracciare senza che loro ci sentano ugualmente lontani? Cosa c’è nei loro cuori apparentemente di pietra? Chi è più incoerente tra noi e loro? Come ci vedono loro? Se avete voglia di mettervi alla prova e di porvi questi e altri interrogativi, andate a vedere il film e può darsi che domani, guardando i vostri ragazzi, scorgerete una tenerezza nuova nei loro occhi bassi e nel loro fare sfuggente troverete il tentativo di venirne a capo da soli e di scoprire la vita, così come, in modo diverso, dribblando i divieti, alla loro età abbiamo fatto anche noi.

Antonella De Francesco

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