Carissimo Andrea, mio Tesoro infinito

NONNO E ANDREA PARLANO

 sono passati 22 giorni da quando ho provato la gioia, sempre identica e meravigliosa, di accarezzare la tua dolce testolina; di sentirti vicinissimo, attaccato a me, a vederci insieme quei video orribili pieni di mostruosità, che mi proponi per riderci sopra molto e per fare arrabbiare la nonna; di giocare come due compagnetti molto complici, come abbiamo fatto fin da quando eri piccolissimo, impersonando a turno il terribile mostro Jason Voorhees e la sua vittima e riempiendoci di esilaranti botte.

Sono in fondo soltanto 22 giorni, un infinitesimo soffio di quella cosa tanto grande che si chiama tempo e che è un bene prezioso per la nostra vita. A me, però, sembrano 22mila giorni per quanto mi manchi. Perché tu, anche se riusciamo a vederci solo e per fortuna con wathsapp video, lo sai sempre che sei (con la nonna) la persona e la cosa più importante, vero? Anche se ancora non hai letto il libro che ti ho dedicato e che è tanto piaciuto a molte persone, ho scritto là dentro che tu sei il più bel regalo che mi ha fatto la vita. E ho anche raccontato, con belle parole, quanto è meraviglioso il venerdì mattina svegliarmi e aspettarti, sapendo che passeremo insieme tutta una giornata: “Nonnite è, innanzitutto, quella sorta di ebbrezza, direi di euforia, che ti assale, ti prende il cuore, quando apri gli occhi, la mattina del giorno in cui sai per certo che vedrai il tuo nipotino. E’ una sensazione, indescrivibile nella sua intensità, che provo ormai con grande frequenza nelle giornate programmate per gli incontri con Andrea. Potrei definirla la felicità dell’incontro, sempre nuova, sempre diversa, sempre inebriante da vivere. Un sentire speciale che mai, francamente, avevo provato per niente e per nessuno e che riesce imperiosamente a farti mettere da parte qualsiasi pensiero negativo”.

Ma non è per questo che ti scrivo: non ti voglio fare rattristare e non mi voglio rattristare io, quando finirà questa cosa terribile che ci tiene lontani perché è giusto così, perché tu così devi proteggere noi, avremo tutto il tempo, tantissimo tempo, per riabbracciarci, giocare, ridere insieme. Starai con noi centomila giorni, come dici tu.

Con Andrea e Diversamente nonno

Con questa lettera, invece, voglio dirti due cose. La prima è che tu sei un piccolo-grande guerriero che combatte contro il maledetto virus e che devi farlo scappare dalla tua e dalle nostre vite con i comportamenti giusti. E’ come quando giochiamo contro il Jason più cattivo di tutti, quello annegato, un nemico bruttissimo che uccide tutti quelli che incontra; però poi arrivi tu, piccolo e forte, con i tuoi muscoli, la tua furbizia e la tua bombetta di TNT e lo fai saltare in aria, così lui non può uccidere più nessuno. Prova a immaginare in questo modo la battaglia contro questo mostro invisibile che sta facendo morire tante persone e tante altre come noi le fa rimanere chiuse in casa. Tu e tutti i bambini belli e forti come te siete come un grande e formidabile esercito che, con la vostra intelligenza, la vostra forza, la vostra giovinezza, il vostro entusiasmo, potete battere il Jason-virus cattivissimo e aiutare tutti noi nonni a salvarci e liberarci da lui, per tornare a ridere e a giocare con voi nipotini.

La seconda cosa, mio adorato Andrea, è una piccola e bella storia antica che voglio raccontarti, tratta da un libro scritto 2040 anni fa. Il libro è molto importante e si chiama “Eneide”, il signore che l’ha scritto è un grande poeta che si chiamava Virgilio – lo studierai quando sarai più grande – e questa storia, anzi questa scena di cui ti sto per parlare è stata rappresentata da pittori e scultori.

Racconta Virgilio che, quando i soldati Greci attaccarono la città di Troia e la bruciarono dopo essere riusciti a entrare dentro la pancia di un grande cavallo di legno, l’eroe troiano Enea – protagonista del libro – riuscì con grande coraggio a scappare dalla città in fiamme portando sulle spalle il suo vecchio papà, che si chiamava Anchise e che non riusciva più a camminare bene e per mano il suo figlio piccolo Ascanio.

IO E ANDREA DEDICHE

Questa, mio caro Piricullo, è un storia e una immagine stupenda d’Amore e di aiuto, di sostegno fra tre generazioni diverse: il nonno, il padre, il figlio. E’ l’immagine migliore di quello che deve essere il rapporto tra persone di età diversa dentro una famiglia. Tu lo sai bene perché ami tanto il tuo papà e la tua mamma e anche i tuoi nonni.

E questa immagine è ancora più importante oggi, in questi giorni di terribile battaglia contro il virus: i bambini e i più giovani che sono più forti devono aiutare e sostenere i nonni per superare questo momento così difficile. Con Amore, con Rispetto, con senso della Famiglia.

Queste cose ti volevo dire, mio bambino meraviglioso e speciale, so quanto sei sensibile e come le capirai bene. Dobbiamo avere tanta forza e fiducia, questo periodo passerà e torneremo a sorridere e a giocare tanto, ad ammazzarci dalle risate, come ti piace tanto dirmi. Io mi potrò godere di nuovo il tuo dolce sorriso, la tua simpatia, le tue domande e considerazioni sempre intelligenti, da piccolo uomo, mi stancherò felicemente con te. E tu ti godrai il mio Amore assoluto, il mio essere tutto per te.

Ti adoro, Andrea, tanti baci sulla testolina. Ci vediamo via whatsapp.

 Nonno Tano

  

                             

Gaetano Perricone

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