di Antonella De Francesco
Il primo giorno della mia vita, l’ultimo film di Paolo Genovese, tratto dal suo omonimo libro, è un inno alla vita e un monito per tutti noi a non sprecarla e a non perdere la possibilità di viverla fino alla fine.
A metà tra una favola e un sogno, ad alcuni aspiranti suicidi viene offerta una seconda possibilità. È già nella necessità di dover fare ricorso all’immaginazione, creando quel deus ex machina (interpretato da Toni Servillo) che li salvi dalla morte e offra loro la possibilità di riavvolgere il nastro fino all’istante in cui avevano deciso di rinunciare alla loro vita, che sta l’idea fondante della narrazione e cioè l’irreversibilità di certe scelte estreme. Ma Paolo Genovese si conferma il regista italiano che ama raccontare le seconde possibilità e le nuove prospettive, anche a costo di oltrepassare i confini della realtà. E il fatto che il film sia stato girato durante la pandemia la dice lunga sulla paura di non farcela, sul disagio che tutti abbiamo provato per l’isolamento forzato, per aver visto la morte così vicino a noi .
Per me Tony Servillo rappresenta la nostra buona coscienza. Lui sa tutto degli aspiranti suicidi, ne conosce la storia, le debolezze, i dolori, le bugie, le paure. Per questo, a mio parere, rappresenta la parte migliore di loro stessi . Quella che sa discernere, che sa cosa è meglio per loro, quella che li consola, che sa riportarli al principio di tutto, ma può anche restare inascoltata. E chi meglio di noi stessi ci conosce ? Chi meglio di noi stessi sente quel dolore sordo per un lutto, per una malattia o anche solo per il male di vivere ? Chi meglio di noi stessi sa cosa ci piace, cosa ci manca, cosa vorremmo nel nostro futuro e a cosa rinunceranno i nostri cari quando non ci saremo più ? Il messaggio del regista allora diventa più forte e ci carica di un’enorme responsabilità: quella di ascoltare la parte migliore di noi e di provarci ancora e ancora, fino alla fine.
Meno bello di The Place, a mio parere, conferma l’idea, pure presente in quel film, della piena libertà delle nostre scelte dall’inizio alla fine. Ai protagonisti sarà lasciata la piena autonomia di restare o di sparire, precludendosi anche solo la speranza della felicità e scegliendo di finire anzitempo questa meravigliosa avventura che è la vita !
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